FILOSOFIA IN CITTA' - ANIMALI PARLANTI
Filosofia in città
Società Filosofica Italiana - Sezione Friuli Venezia
In collaborazione con Conservatorio Tomadini, Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Università degli Studi di Udine, Vicino/lontano, Liceo scientifico N. Copernico, Rete per la Filosofia e gli Studi umanistici, CSS Teatro stabile d’innovazione del FVG.
Con il patrocinio del Comune di Udine e della Fondazione Friuli.
ANIMALI PARLANTI
Prospettive contemporanee sul linguaggio
Domenica 9 giugno 2019 ore 11-13
Teatro Nuovo Giovanni da Udine
IL LINGUAGGIO DELLA POESIA
GIAN MARIO VILLALTA, RODOLFO ZUCCO
Letture di Cristina Benedetti e Stefano Rizzardi
da testi di Giorgio Agamben, Martin Heidegger, Maria
Zambrano
Musiche di Claude Debussy
Gaja Pellizzari voce, Alessandro Del Gobbo pianoforte
Forse non è possibile definire con precisione un’essenza
della poesia, che la isoli dagli altri modi del dire, elevandola al di sopra di
essi e conferendole quasi un’aura mistica. Il fare poetico, nella sua
concretezza, ha preso negli ultimi decenni strade molteplici, che neppure le
mappe più dettagliate delle correnti potrebbero permetterci di identificare.
Come dire che ogni poeta è un caso a sé, e che ogni opera poetica ci invita a
entrare senza filtri in un mondo personale o a condividere un idioletto?
Eppure il gesto poetico continua a interrogarci nel suo
alterare o interrompere il flusso della comunicazione, spezzando le catene in
cui sia il linguaggio comune sia quello scientifico tengono vincolate le
parole. Continua a evocare, magari senza più enfasi né pretese oracolari, un
evento in cui il dire va al di là di ogni uso strumentale, di ogni subalternità
alla referenza. Ma che cosa significa qui “evento”? La poesia pretende di
realizzare un’esperienza pura del linguaggio? Oppure cerca un’inedita aderenza
della parola alla cosa, l’esperienza del sorgivo venire all’essere della cosa
proprio attraverso la parola? Oppure...
GIAN MARIO VILLALTA è poeta, narratore, saggista. È
direttore artistico del festival Pordenonelegge. Ha pubblicato i libri di
poesia: Altro che storie! (Campanotto, 1988), L’erba in tasca (Scheiwiller,
1992), Vose de Vose/ Voce di voci (Campanotto, 1995 e 2009), Vedere al buio
(Sossella, 2007), Vanità della mente (Mondadori, 2011, Premio Viareggio).
Numerosi gli studi e gli interventi critici su rivista e in volume, tra cui i
saggi La costanza del vocativo. Lettura della “trilogia” di Andrea Zanzotto
(Guerini e Associati, 1992), Il respiro e lo sguardo. Un racconto della poesia
italiana contemporanea (Rizzoli, 2005). Ha curato i volumi: Andrea Zanzotto,
Scritti sulla letteratura (Mondadori, 2001) e, con Stefano Dal Bianco, Andrea
Zanzotto, Le Poesie e prose scelte (Mondadori, 1999). Del 2009 è il non-fiction
Padroni a casa nostra (Mondadori). I suoi libri di narrativa: Un dolore
riconoscente (Transeuropa, 2000), Tuo figlio (Mondadori, 2004), Vita della mia
vita (Mondadori, 2006), Alla fine di un’infanzia felice (Mondadori, 2013),
Satyricon 2.0 (Mondadori, 2014), Bestia da latte (SEM, 2018).
RODOLFO ZUCCO si è formato nell’Istituto di filologia
neolatina dell’Università di Padova. Ha insegnato a Feltre e a Basilea; dal
2005 insegna Linguistica italiana, Letteratura italiana e Stilistica e metrica
italiana all’Università degli Studi di Udine, città nella quale vive. È autore
di saggi sulla metrica del Settecento e su poeti del secondo Novecento, alcuni
dei quali raccolti nei volumi Gli ospiti discreti. Nove studi su poeti italiani
(1936-2000), Aragno 2013, e Visite al frutteto. Sulla poesia di Eugenio De
Signoribus, Biblion 2017. Per Mondadori ha curato I versi della vita di
Giovanni Giudici (2000), L’opera poetica di Giovanni Raboni (2006) e Tutte le
poesie di Fernando Bandini (2018), per Einaudi Tutte le poesie 1949-2004 di
Raboni (2014). È redattore della rivista «Stilistica e metrica italiana».