immagine Genius loci. Dov'era... com'era: lo spettacolo di Andrea Collavino ricorda il terremoto del '76

Genius loci. Dov'era... com'era: lo spettacolo di Andrea Collavino ricorda il terremoto del '76

Nel dicembre 1976 il Friuli affrontava il periodo più complesso dopo l’immane sciagura del terremoto, fra il dolore per le vittime e l’attesa della ricostruzione. Oggi, non troppo lontano da noi, altre popolazioni vivono la medesima angoscia e le stesse difficoltà. Dal ricordo di quei tragici momenti ma soprattutto dal desiderio di aiutare concretamente i paesi del Centro Italia colpiti dal sisma muove la rassegna “Natale 2016 – Natale 2016. Ricordare insieme per pensare al domani” in programma al Teatro Nuovo Giovanni da Udine: tre spettacoli nei quali si alternano racconti, video, immagini, performance ma anche musica e tanto sport, uniti dal denominatore comune della solidarietà.
 
Terzo e ultimo appuntamento della serie è Genius Loci. Dov’era… com’era. A quarant’anni dal terremoto in programma mercoledì 21 dicembre con inizio alle ore 20.45. Nello spettacolo, scritto e diretto da Andrea Collavino, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e interpretato da Omero Antonutti, Maria Grazia Plos, Riccardo Maranzana e la Corale “Renato Portelli” di Mariano del Friuli diretta dal maestro Fabio Pettarin, si intrecciano fra storia e futuro, fra memoria e metafora, voci importanti: quella del canto, quella degli attori e del narratore, quelle concitate dei radioamatori che si rincorrevano nel tentativo di portare più aiuto possibile e quelle delle persone che hanno vissuto il terremoto come dolorosa esperienza personale o difficilissimo momento professionale.
 
«C’è sempre un nesso tra i mondi possibili su questa terra» spiega Andrea Collavino nelle note di regia. «Le storie che raccontiamo forse parlano tutte di una stessa storia, che poi ci riguarda, e che continua ad essere raccontata perché parla dell’avventura umana, della catena di eventi e di azioni che costituiscono il vivere. Uno degli eventi più sconvolgenti e inspiegabili, imprevedibili che esistono è il terremoto, il movimento della terra che per definizione è ferma, anche solo per distinguerla dal mare, che è mosso o calmo, ma sempre in movimento, per esempio» scrive ancora Collavino nelle sue note. «Eppure da quando il nostro pianeta esiste esistono i terremoti, e da quando possiamo raccontarli, sono stati oggetto di narrazioni. In occidente, hanno originato miti e  Dei  per  renderli  concepibili,  per  toglierli  dall’incertezza  sovrannaturale,  così  da  essere familiarizzati. Poseidone, Dio del mare e scuotitore della terra, scatena un terremoto e le conseguenze sono straordinarie, ferma una guerra che dura da più di dieci anni e che sembrava non dovesse finire mai. In pochi secondi tutto è cambiato e niente sarà più come prima, perciò non possiamo fare altro che cercare di ricomporre il “com’era” rimettendolo “dov’era”, almeno nella memoria. Il racconto epico, la fiaba, diventano il modo per parlare di ciò che si può spiegare a livello scientifico, ma che rimane pur sempre misterioso alla percezione umana e animale. I cani ululavano, i grilli smisero di cantare e i serpenti uscivano dai loro rifugi sotterranei. Il soprannaturale sembra essere ciò che riunisce le persone, che le riporta alla ragione. Di fronte alla catastrofe si abbattono delle barriere che sembravano incrollabili.
Nel 1976, in  piena  guerra  fredda,  il  terremoto  del  Friuli  accende  una  gara  di  solidarietà  che comprende sia il mondo occidentale sia il blocco comunista. Nonostante la reciproca diffidenza, davanti al bisogno c’è una sospensione della belligeranza, che ne palesa anche l’aspetto superfluo. Questi parallelismi c’entrano proprio con il tentativo di familiarizzare con la Natura, che a volte sembra nemica, quando invece non è altro che estranea, sconosciuta. E, infatti, la vicenda che raccontiamo ha inizio dalla Grecia omerica, dalla nascita di Poseidone, dalle origini della storia. Possiamo forse ritrovare in quella storia ancora lati sorprendenti, che parlano al presente con limpida chiarezza e ci danno il senso di questo narrare… Cantami, o Diva, del Pelìde Achille l'ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco generose travolse alme d’eroi…»
 
Genius loci - dov’era… com’era. A quarant’anni dal terremoto nella scrittura e regia di Andrea Collavino interpretato da Omero Antonutti e Riccardo Maranzana, Maria Grazia Plos e con la Corale “Renato Portelli” di Mariano del Friuli diretta dal M° Fabio Pettarin, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e l’Associazione dei Comuni terremotati e sindaci della Ricostruzione  del  Friuli,  va  in  scena al  Teatro Nuovo Giovanni da Udine mercoledì 21 dicembre alle ore 20.45 quale  evento di beneficenza in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto scorso.
 
I biglietti sono in vendita al prezzo unico di 20 euro e si possono acquistare presso la Biglietteria del Teatro, in Via Trento 4.
 
A corredo della rassegna, il pubblico potrà ripercorre nel foyer del teatro i momenti salienti del terremoto del 1976 raccontati attraverso le pagine del “Messaggero Veneto”, in un percorso fotografico e di cronaca che dà conto di quei giorni disastrosi fra terrore e rinascita.
 
lunedì 19 dicembre 2016
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